Il Corniolo, un’immersione nella biodiversità della Garfagnana

Luogo di conservazione e al contempo di innovazione rurale, Il Corniolo è un agriturismo diffuso dove l’attività agricola ha un ruolo di primo piano.

Garfagnana significa letteralmente “Grande Foresta”, e descrive molto bene il profilo di questa stupenda e rigogliosa valle tra l’Appennino e le Alpi Apuane. Un territorio montano ricco di suggestioni storiche e paesaggistiche, con un patrimonio di biodiversità unico in Italia. L’azienda agricola biologica Il Corniolo si inserisce perfettamente in questo contesto, come luogo di conservazione e al contempo di grande innovazione rurale, ben collocato all’interno de La Guida Nomade.

Si tratta di un agriturismo diffuso con un totale di ventuno posti letto, due case con al centro l’ex fienile, un’ampia area ideale per fare yoga, laboratori e conferenze. Siamo in mezzo alla natura e lontano dai rumori, e l’energia elettrica proviene dai pannelli fotovoltaici. Per gli ospiti c’è anche una piscina dove, al posto del cloro, si usa sale marino. Ma non è certo uno di quei resort improvvisati dell’ultim’ora: l’attività agricola la fa da padrona e mostra diversi tratti innovativi.

La titolare, Franca Bernardi, è coltivatrice custode di diverse varietà locali di frutta e ortaggi inserite nel registro nazionale delle varietà a rischio di erosione genetica, fra le quali ci sono la zucca Luna, il melo Perrussetto, il pero Zucchero, il ciliegio Marchiano e il pomodoro Fragola. E c’è un mais molto particolare che rischiava l’estinzione, il Formenton del Palazzaccio, che fa da controcanto al più celebre Formenton Ottofile, adattato a un areale molto stretto nel territorio di Pieve Fosciana (Lu).

L’essiccazione che preserva il prodotto

La frutta rappresenta la produzione primaria del Corniolo. Sulle oltre 600 piante di diverse specie, i meli la fanno da padrone, con produzioni importanti che sono arrivate anche a 117 quintali. Con il metodo della disidratazione a freddo si riesce a trasformare l’eccedenza del prodotto fresco riducendo lo spreco alimentare, allungando in modo sano la vita del prodotto, il suo sapore e i suoi colori. «È una sorta di deumidificatore che ha diversi vantaggi rispetto all’essiccazione a caldo» ci spiega Franca Bernardi, che ha una laurea in matematica ed è tornata in Garfagnana dopo diversi anni di lavoro in aziende informatiche. La sua competenza tecnica è evidente. «Con l’essiccazione a freddo ho circa un 80% di consumi elettrici in meno ed è un sistema estremamente versatile, che mi consente di aprire in qualunque momento l’apparecchio per reintegrare nuovi prodotti, senza pregiudicare il processo. Ma soprattutto c’è un notevole risparmio di lavoro: non devo mettere le fettine di mela una accanto all’altra, le posso mettere alla rinfusa, utilizzando anche un robot che taglia il tutto a dovere».

Tra i prodotti trasformati, oltre alle mele essiccate, ci sono la farina di mela (ottima per ridurre l’uso del lievito nei dolci), i succhi, tanti altri prodotti dell’orto e le nocciole. Si raccolgono anche le erbe aromatiche e officinali, come le bacche di rosa canina, la menta, l’ortica, la salvia, la stevia, i fiori di sambuco e la camomilla. Del resto, siamo in un territorio con una ricca tradizione d’uso delle piante spontanee, che oggi vengono riscoperte per gli interessanti valori nutraceutici.

Il Corniolo è coinvolto nel progetto Erbi Boni nell’ambito del Programma di sviluppo rurale (Psr) della Regione Toscana, con la collaborazione del Dipartimento di scienze agrarie, alimentari e agroalimentari dell’Università di Pisa, sotto la guida della professoressa Lucia Guidi, direttrice di Nutrafood – Centro interdipartimentale di ricerca nutraceutica e alimentazione per la salute, che ha iniziato un interessante confronto tra prodotti spontanei e coltivati.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:
Azienda agricola Il Corniolo, Agriturismo Farmhouse, Castiglione di Garfagnana (Lu), tel 335 7214428 – www.agriturismoilcorniolo.it